mercoledì 23 novembre 2011

Gli appunti pittorici di Vecchio diventano "Riassunto"

DI CARLO PECORARO

• paestum. «Sono disegni che in genere vengono sottovalutati, nascosti, dimenticati, che spuntano per caso a ricordarti che sono l’incipit di un
quadro».



• S’intitola "Riassunto di carte e di treni" ed il piccolo volume (Ed. Calore) che il maestro Sergio Vecchio presenterá venerdì (ore 18) all’Hotel Artiston di Paestum. Sono tutti disegni in bianco e nero che sono stati raccolti in quella collana "Arte e scrittura" che Vecchio "usa" a pretesto per raccontare e raccontarsi, per sedimentare memorie preziose di segni, personaggi (Antonio Iannotti, "Oltre la fotografia"), treni (appunto) e stazioni - quella di Paestum -. Insomma "carte" di un viaggio, appunti scritti a mano che diventano racconto del suo mondo pittorico e di quello intellettuale. Lo stesso mondo intellettuale che rivive nella sua collezione-museo che a tratti - solo su prenotazione - apre al pubblico e che è giá stata oggetto di studio da parte di laureandi dell’Universitá di Salerno. Ma ritorniamo alle "carte". Di quelle recenti ne ha scritto il critico Massimo Bignardi, «carte da intendere nella loro effettiva definizione di supporto che, diversamente dalla tela, offre nuclei di materia, avvallamenti e irregolari andamenti della superficie. E’ un supporto sul quale l’artista interviene con i colori ad olio, limitando il più possibile il ricorso a velature, a diluizioni che possono dar vita ad aloni oleosi che esasperano, in chiave espressionista, l’impianto compositivo. Sono carte di veri e propri viaggi, ora segnatamente verso la Sicilia, ove l’artista lavora da tempo in un antico laboratorio che produce carte speciali, di spessore sostenuto ma, soprattutto, fatte a mano, insomma che chiedono una complicitá maggiore». E le "carte" del volume che Sergio Vecchio presenterá venerdì sono il sicuro "Riassunto" del suo viaggiare artistico. Treni in movimento, «documenti di una quotidianitá - scrive Giada Caliendo - che si è riversata nella sua produzione artistica. Un modus vivendi, dove l’esperienza creativa è una necessaria funzione dell’essere nel mondo. Da ragazzo timido si trasforma in uomo riflessivo e taciturno, di quelli che utilizzano la parola solo se necessario, dando maggior spazio alla realtá viva e profonda dell’opera».
© riproduzione riservata
"La Città" 23.11.2011

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