venerdì 27 febbraio 2009

Pratiche in Comune: multa di 100 euro

Capaccio-Paestum: sanzioni ai «fannulloni» che non espletano i carichi di lavoro. I dipendenti dovranno pure risarcire il cittadino danneggiato

Il Consiglio comunale di Capaccio-Paestum ha votato all’unanimità il regolamento che prevede multe salate per i dipendenti che non rispetteranno i tempi previsti per il disbrigo delle pratiche. Vita dura dunque per gli impiegati «fannulloni». Da oggi, in caso di ritardo, il dipendente inadempiente dovrà dunque pagare una multa di almeno 100 euro per ogni istanza non espletata nei tempi previsti.
RISARCIMENTO - Non solo. Il dipendente «fannullone» dovrà risarcire di tasca propria il cittadino che ha subito il ritardo nella disbriga della pratica richiesta. «I principi ispiratori di questo regolamento sono stati illustrati alla recente assemblea regionale dell’Aiccre, l’Associazione italiana dei consigli comunali d’Europa, tenutasi a Paestum» spiega il consigliere comunale Carmine Caramante, portavoce dell’amministrazione guidata dal sindaco Pasquale Marino. «Il principio della sanzione, attraverso cui risarcire del danno il cittadino, è stato individuato da questa autorevole assemblea come una buona prassi da diffondere. L’ Aiccre, accogliendo favorevolmente l’iniziativa, si è impegnata a raccomandare tale orientamento presso tutti i Comuni della nostra regione ed a livello.

QUEL NO DI FRANCESCHINI A IERVOLINO E BASSOLINO

di Nicola Cosentino*

Caro direttore,

l’assenza di Bassolino e della Iervolino dalla squadra che affiancherà il neo segretario del Pd, Franceschini, non può certamente passare inosservata. Sottolineata, come è accaduto, dalla presenza — tutt’altro che marginale — di altri (e meno noti) amministratori nella segreteria politica del successore di Veltroni.
Come dire, se esempi di buona amministrazione il Partito Democratico deve cominciare ad offrire ai suoi elettori, meglio non guardare a Napoli o, peggio ancora, alla Campania. Bassolino e la Iervolino, insomma, non piacciono nemmeno a Franceschini, che, stando così le cose, potrebbe aver già deciso di lasciarli politicamente agonizzare in quello stesso territorio, che da anni è divenuto il simbolo più palese e deprimente del fallimento politico delle sinistre. Una sorta di macchia compromettente, da cancellare anche dalla storia del Partito Democratico. Che, se non è possibile levarla, va almeno coperta alla men peggio, lasciando ad altri il compito di rimuoverla definitivamente.Piaccia o no l’affermazione, anche sotto le insegne del nuovo leader, al sindaco di Napoli e al governatore della Campania viene riconfermata la parte dei marziani, confinati tra i cumuli di macerie che, in anni di malgoverno, hanno prodotto. Ignorati ed emarginati dai palazzi della politica nazionale e, sempre più, dai loro stessi compagni di partito. A inchiodarli alle loro responsabilità politiche e di governo, non è solo la penosa storia dell’emergenza rifiuti e delle montagne di immondizia che per mesi hanno associato l’immagine di Napoli nel mondo, ma le mille criticità che le loro sciagurate gestioni continuano a creare alla città e, soprattutto, a coloro che a Napoli e in Campania, vivono.Se la questione Bagnoli e, più in generale, le politiche di risanamento dell’area occidentale, rappresentano una sorta di tormentone periodicamente messo in scena sin da quando Bassolino è diventato per la prima volta sindaco di Napoli, il braccio di ferro tra Governo ed esecutivo cittadino sul Forum delle Culture ha evidenziato tutti i limiti di un’amministrazione più propensa a mettere in scena il cartellone proposto da una sagra paesana, che non da un evento di carattere internazionale, come suggerito da Bondi e Berlusconi. Ma non sono solo le idee e i progetti a difettare, essendo il capitolo degli investimenti mancati e dei debiti accumulati, non meno corposo e preoccupante. Come quelli messi assieme dal comparto sanità, che si stanno dimostrando alla stregua di un pozzo senza fondo, dal quale vien fuori di tutto. Soprattutto la palese incapacità di chi per anni l’ha gestito come un feudo, all’interno del quale si distribuivano prebende e favori. Ciò, per non parlare del comparto turistico e delle politiche del lavoro, che anche ieri hanno visto il marziano Bassolino rivolgersi a una scarna, distratta e preoccupata platea di lavoratori degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco. Evocando, sotto molti aspetti, l’immagine del direttore d’orchestra che dirige l’ultimo concerto mentre il Titanic affonda. Ma questa è un’altra storia.

*Sottosegretario all’Economia Coordinatore di Forza Italia Campania

da Il Corriere del Mezzogiorno - 26 febbraio 2009

sabato 21 febbraio 2009

Decreto antistupri: più prevenzione, più repressione, più sicurezza

Contatto nr. 7/2009

Il nuovo decreto sicurezza approvato ieri dal governo è una risposta tempestiva alle violenze contro le donne delle ultime settimane ma non dipende dall’onda emotiva di questi ultimi giorni. Le misure di oggi anticipano per la maggior parte ciò che era previsto nel disegno di legge sulla sicurezza approvato al Senato due settimane fa.
Come di consueto, il governo agisce su due fronti: prevenzione e repressione. Per la prevenzione, vengono stanziati 100 milioni con i quali saranno assunti 2.500 poliziotti entro il 31 marzo e viene dato il via ai "volontari per la sicurezza", per dare modo ai cittadini di partecipare al controllo del territorio, in sinergia con le forze dell’ordine.
Sul fronte della repressione dei reati, viene previsto: l’ergastolo per i violentatori omicidi; il carcere per chi commette violenza sessuale su minori; l’arresto in flagranza dà accesso al processo per direttissima; il patrocinio gratuito a spese dello Stato per tutte le vittime; niente benefici carcerari per gli autori di violenza sessuale.
Puoi approfondire questi contenuti su http://www.ilpopolodellaliberta.it/ e su http://www.governoberlusconi.it/.


Infine, ti segnalo una mini campagna virtuale che ti proponiamo a questo link: http://menomalechesilvioce.votaberlusconi.it/

Nella settimana del trionfo in Sardegna e dell’addio di Veltroni, penso proprio che ci possa stare...


Buona fine settimana,
on. Antonio Palmieri
responsabile comunicazione elettorale e internet Forza Italia/PDL

giovedì 19 febbraio 2009

Chi aiuta lo stupratore sarà punito come lui

Nel decreto anche ronde, video ed ergastolo lo per chi uccide

L’appuntamento è fissato per venerdì 20 febbraio. Quando il Consiglio dei Ministri dovrebbe dare l’ok al decreto legge “anti-stupri”. Oggi le ultime rifiniture, con un nuovo tavolo tecnico, ma il testo elaborato dal ministero degli Interni e della giustizia è praticamente pronto, rimpolpato, grazie al lavoro del ministero delle Pari Opportunità di Mara Carfagna, dai dispositivi sul reato di stalking (atti persecutori emolestie insistenti) e sulla violenza sessuale.

Ma andiamo con ordine. Le ronde innanzitutto. Rientrano, infatti, le regole, anche se attutite, volute dalla Lega. «I sindaci possono avvalersi» delle manifestazioni organizzate «da associazioni di cittadini non armati previa comunicazione al prefetto. Ronde, dunque, ma registrate e autorizzate.

Poi la videosorveglianza. I primi cittadini, in pratica, potranno applicare sistemi video nelle zone a rischio con maggiore libertà rispetto al passato.

Infine, uno dei pochi punti ancora in sospeso. Sulla proroga del trattenimento dei clandestini nei centri di raccolta, infatti, si sta ancora discutendo sul lasso temporale: trenta o sessanta giorni.

Tante le novità anche se si va più nello specifico sul reato di violenza sessuale. Raddoppia, per esempio, da 12 a 24 anni la prescrizione per il reato di violenza sessuale, ma soprattutto viene introdotto l’ergastolo nel caso di omicidio commesso in concomitanza della violenza. Quindi la pena che aumenta e passa da un minimo di 6 a un massimo di 12 anni (oggi punita con la reclusione da cinque a dieci anni). Mentre viene completamente ridisegnata la violenza di gruppo. Basta la partecipazione al branco, anche senza commettere la violenza per essere puniti come lo stesso violentatore.

In poche parole, si eliminano le diminuzioni di pena per i partecipanti che abbiano avuto un ruolo di secndaria importanza. Il cosiddetto “palo” per esempio, quello che si apposta e controlla la zona iene considerato alla stregua di chi commette il reato. Basta, poi, con i domiciliari per gli imputati, arriva la custodia cautelare in carcere obbligatoria. E via libera alla nuova figura di reato delle molestie sessuali. Per chi commetta molestie o atti a contenuto esplicitamente sessuale è prevista la reclusione da un minimo di sei mesi a un massimo di tre anni.

L’ultima, invece, riguarda l’introduzione del reato di stalking anche nell’ordinamento italiano. La Camera aveva già approvato il disegno di legge contro gli atti persecutori e le molestie insistenti, punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Ora l’iter subisce una brusca accelerata e la normativa si arricchisce del cosiddetto principio dell’ammonimento, con il perseguitato che può chiedere al magistrato una sorta di “cartellino giallo” contro il molestatore.

Libero 19.02.2009

lunedì 16 febbraio 2009

MARA CARFAGNA «Giro di vite sulle scarcerazioni facili»

Il ministro delle Pari opportunità: «La discrezionalità spetta ai giudici, ma nelle ultime settimane ci sono stati troppi casi. Vogliamo evitare risposte tardive e assicurare la certezza della pena»

« È un bollettino di guerra. Siamo dinanzi a un fenomeno in continuo aumento, al dilagare di un’emergenza. E c’è la ferma volontà, da parte del governo, di intervenire subito e con decisione, per contrastare crimini così odiosi che ledono la dignità delle donne e vedono la sopraffazione becera tra i due generi » .
Ministro Mara Carfagna, gli ultimi casi di stupri hanno dunque rilanciato la necessità di intervenire in maniera tempestiva. Tanto che al prossimo Cdm potreste approvare un decreto ad hoc.
« Stiamo valutando l’ipotesi di portare in Consiglio dei ministri un provvedimento d’urgenza, che non sarebbe determinato dall’emozione del momento, ma dalla consapevolezza della gravità della situazione » .
Ne ha parlato con il premier?
« Non ho sentito ancora il presidente del Consiglio, che da sempre dimostra grande sensibilità su questi temi. Ho avuto invece già uno scambio di vedute e di valutazioni con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. E abbiamo convenuto sulla necessità di predisporre misure per agire immediatamente. Poi, in ogni caso, spetterà al capo dello Stato valutare l’urgenza » .
Si prevede lo stop alla concessione degli arresti domiciliari per chi è accusato di stupro.
« Siamo in una fase di valutazione e sono in corso contatti continui anche tra Viminale e ministero delle Pari opportunità. Ma potrebbe essere una delle misure previste, riprendendo alcuni emendamenti del disegno di legge sulla sicurezza all’esame della Camera. Comunque, vogliamo evitare una risposta tardiva e assicurare, invece, la certezza della pena e la tutela delle vittime » .
Insomma, giro di vite contro le « scarcerazioni facili » .
« Il diritto non è l a matematica e la discrezionalità spetta ai giudici. Però, visto che nelle ultime settimane ci sono stati diversi esempi di scarcerazioni facili, forse è il caso di intervenire » .
La Lega rilancia lo strumento della castrazione chimica per chi si macchia di reati del genere. Cosa ne pensa?
« Già altri Paesi lo utilizzano, ma non sempre è stato dimostrato il suo successo al 100%. Credo che su questo punto debba esprimersi la comunità scientifica e non la classe politica. Senza dimenticare, tra l’altro, le polemiche che si aprirebbero in Italia » .
Al di là dell’emergenza stupri, il suo ministero è stato piuttosto impegnato nei primi nove mesi di governo.
« Già a giugno dello scorso anno abbiamo portato in Cdm i primi provvedimenti rivolti al contrasto della violenza contro le donne. E da subito abbiamo avviato alcune importanti sinergie con il ministero dell’Interno. A tal proposito, ricordo il servizio del
numero verde 1522, attivo ventiquattr’ore su ventiquattro » .

Quando avrà il via libera definitivo la legge sullo stalking?
« Si tratta di un provvedimento fondamentale, che si rivolge, nell’ 80-85% dei casi, a violenze subite da donne. È stato già approvato all’unanimità dalla Camera e dalla settimana scorsa è al vaglio della Commissione giustizia del Senato. Mi auguro vi rimanga il tempo necessario per apportare eventuali miglioramenti, purché non si allunghi troppo l’attesa. Anche in quest’ambito, infatti, dobbiamo rispondere in tempi brevi » .
Venerdì scorso, intanto, il Cdm ha approvato lo schema di disegno di legge che ratifica la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale. Adesso, rischia il carcere da uno a tre anni chi adesca minori su Internet.
«Si tratta di una novità importante, che apporta modifiche ad alcune parti del codice di procedura penale e civile. E ci auguriamo possa essere un valido deterrente, perché questo tipo di reato, a seguito della diffusione delle nuove tecnologie, è aumentato in maniera esponenziale » .
Tra le novità, anche il raddoppio del periodo di prescrizione per i reati sessuali sui minori.
«Il limite era di dieci anni, adesso diventa di venti. Si tratta di una misura che vuole permettere, a chi ha subìto abusi da piccolo, di poter denunciare il proprio aguzzino anche da adulto, avendo nel frattempo superato magari le precedenti paure » .
Ci spiega come funzionerà la Banca dati contro la pedofilia?
« Il ministero della Giustizia preleverà, nelle carceri, campioni biologici del detenuto, che saranno trasformati in dati informatici e inseriti in una banca dati tenuta dal Viminale. In caso di recidiva, sarà così più facile identificare il colpevole » .
Ministro, come prosegue il contrasto alla prostituzione?
« I risultati sono concreti, grazie alle ordinanze emanate dai sindaci, che ricalcano in gran parte il disegno di legge che approvammo a settembre. Adesso, però, faccio un appello al Parlamento affinché lo approvi prima possibile, visto che è ancora bloccato. Su temi come questi, poi, si dovrebbe trovare un’intesa bipartisan e respingo al mittente le accuse strumentali e ideologiche, che non giovano alla risoluzione dei problemi. Non vogliamo, infatti, nascondere la polvere sotto il tappeto, come afferma qualcuno, visto che il 75% della prostituzione si svolge per strada. Per il governo, quindi, contrastare il fenomeno significa portar fuori le donne dalla schiavitù » .
Recenti casi di cronaca raccontano di bimbi costretti dai genitori a prostituirsi per pochi euro.
« In questi casi, la strada è solo una: sottrarre la patria potestà a genitori che non meritano di essere chiamati così » .

Il Giornale 16.02.2009

sabato 14 febbraio 2009

EUROPEE: MASTELLA SARA’ CANDIDATO NELLE LISTE DEL PDL

Il segretario nazionale dei Popolari Udeur, Clemente Mastella, sara’ candidato alle prossime elezioni europee, in programma a giugno, nelle liste del Pdl. E’ quanto stabilito nell’accordo, firmato a Roma, tra i coordinatori regionali della Campania di Forza Italia, Nicola Cosentino, di Alleanza Nazionale, Mario Landolfi, il segretario campano dell’Udeur, Antonio Fantini e reso noto dal Pdl.I rappresentanti di Popolo della Liberta’ e Udeur hanno sottoscritto un’intesa strategica in vista delle prossime elezioni amministrative.(ANSA).

PDL-UDEUR, SIGLATO L’ACCORDO.

”I segretari regionali di Fi-Pdl Nicola Cosentino, di An-Pdl Mario Landolfi e dell’Udeur Antonio Fantini, al termine di un incontro che si e’ svolto giovedi’ scorso a Roma, hanno raggiunto un’intesa ritenuta strategica e che parte dalle prossime elezioni comunali e provinciali che si terranno a giugno, per proseguire poi -si legge nel comunicato- in un cammino fatto di programmi e scelte condivise, con l’obiettivo di imprimere, nel solco di una rinnovata cultura bipolare, una svolta vera alle imminenti consultazioni elettorali”.
“In tal senso -prosegue il comunicato- e al fine di contribuire a realizzare un quadro di alleanze organico, chiaro e coerente, l’Udeur si impegna ad avviare rapidamente una verifica politica in quegli enti locali, a partire dalla provincia di Benevento, dove tale partito e’ tuttora in coalizione con il centrosinistra. Anche in questo modo si vuole rendere evidente che in Campania e’ tempo di cambiare mentalita’ e metodo di governo della cosa pubblica”.
“Partendo dalla tutela degli esclusivi interessi delle popolazioni interessate, e’ improcrastinabile puntare su opzioni programmatiche in grado di avviare lo sviluppo e la ripresa economica di una regione lasciata per troppo tempo allo sbando ed al non-governo”.
”Dalla Campania -si legge anora nella nota- puo’ e deve partire l’attenzione per l’intero Mezzogiorno, la cui promozione sociale ed economica e’ interesse dell’intera nazione. Si tratta di agevolare un processo che non punti solo sul rilancio nominalistico dell’atavica ‘questione meridionale’ ma che abbia come punto fermo la valorizzazione delle risorse naturali e delle aspirazioni territoriali di cui e’ dotato l’intero Sud”.
“E’ questo un tema che accomuna la storia e la tradizione politica sia delle forze che stanno dando vita al Pdl sia dell’Udeur e che e’ solo una delle ragioni fondanti l’alleanza oggi sancita in Campania. La stessa collocazione all’interno del Ppe comporta la candidatura del segretario dell’Udeur Clemente Mastella alle prossime elezioni europee, nelle liste del Pdl. Oggi -conclude il comunicato congiunto dei tre segretari regionali- si apre una rinnovata stagione politica, foriera di importanti novita’, che ricadranno positivamente sui cittadini della Campania’.
(Adnkronos)

venerdì 13 febbraio 2009

L.ELETTORALE, SIT-IN DONNE IN CONSIGLIO REGIONALE

Per un giorno hanno indossato tutte la stessa maglietta, non quella dei rispettivi partiti di appartenenza, ma quella che rievoca l’articolo 51 della Costituzione. Cosi’, mettendo da parte gli schieramenti politici, un gruppo di donne attive in politica ha manifestato in mattinata dinanzi alla sede del Consiglio regionale, prima dell’inizio della seduta convocata sulla vertenza Fiat, per rivendicare pari opportunita’ nel diritto ad essere elette.Dalle manifestanti sono venute critiche al testo della legge elettorale regionale sfornato la scorsa settimana dalla commissione Statuto. ‘Non importa se con il listino o senza - ha detto l’ex presidente della Provincia di Napoli Rosellina Russo, oggi di Fi - chiediamo un meccanismo che ci consenta di essere elette in misura adeguata’.‘L’emendamento proposto dal presidente Lonardo alla legge elettorale attesa in aula la prossima settimana - ha aggiunto Fiorella Girace del Pd - va incontro alle nostre esigenze, cosi’ come la posizioni espresse da Caiazzo e Cammardella’. Tra le altre, in rappresentanza di tutti gli schieramenti, a manifestare c’erano l’assessore provinciale Angela Cortese, l’assessore al Comune di Napoli Valeria Valente e Clorinda Boccia Burattino, dirigente delle Donne Azzurre in Campania.Prossimo appuntamento venerdi’ 20 quando approdera’ in aula il testo sulla legge elettorale: loro, le donne della politica, hanno promesso che in quella circostanza si faranno sentire.(ANSA).

giovedì 12 febbraio 2009

DE GIROLAMO: SENZA LISTINO SI CANCELLANO DONNE

‘Il centrosinistra campano vuole cancellare la presenza femminile in Consiglio Regionale’. Cosi’ Nunzia De Girolamo, deputato del Pdl e commissario provinciale di Forza Italia a Benevento critica la riforma della legge elettorale regionale della Campania.‘Condivido l’appello a tutte le donne impegnate in politica lanciato dalla dirigente di Azzurro Donna, Clorinda Boccia Burattino. Abolire il listino significa non voler garantire una presenza certa delle donne nell’Assemblea legislativa campana.E l’introduzione della norma che obbliga di candidare il 50% di donne nelle liste provinciali e’ soltanto una presa in giro, in quanto l’elezione sarebbe legata esclusivamente all’ottenimento delle preferenze’.La De Girolamo si complimenta poi con ‘il gruppo regionale di Fi che ha presentato emendamenti in difesa della governabilita’ e delle donne. La proposta di un mini-listino composto da sei rappresentanti (tre donne e tre uomini) e l’aumento della soglia di sbarramento dall’attuale 3% al 4% per le liste che si presentano da sole e dall’attuale 5% al 6% per le liste collegate in coalizione, sono un segnale a garanzia delle pari opportunita’ e delle governabilita”. (ANSA).

martedì 10 febbraio 2009

C. BOCCIA: APPELLO ALLE DONNE CONTRO L’ABOLIZIONE DEL LISTINO

Un appello a tutte le donne impegnate in politica, affinché blocchino il tentativo di cancellare il “listino” alle elezioni per il consiglio regionale della Campania, è stato lanciato dalla dirigente regionale di “Azzurro Donna”, Clorinda Boccia Burattino. “La proposta di riforma dalle legge elettorale regionale – ha affermato la Boccia Burattino - mira a cancellare del tutto la presenza delle donne in politica. Un tentativo che, all’identica stregua, penalizza le donne di destra e quelle di sinistra. Per questo motivo chiediamo una mobilitazione di tutte le presenze femminili, indipendentemente dalla casacca che ognuna di noi veste. Ciò, nell’interesse della democrazia e della politica”. Annunciato, dalla dirigente azzurra, un sit-in di protesta innanzi alla sede del consiglio regionale (Isola F 13). La manifestazione è in programma giovedì mattina, con inizio alle ore 11.

R.RUSSO,RIVEDERE DECISIONE RIFORMA LEGGE ELETTORALE

Un appello al presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e al presidente del Consiglio regionale, Sandra Leonardo, con la ‘richiesta di rivedere la decisione di riformare la legge elettorale regionale’, e’ stato fatto dalla vicepresidente della Commissione Pari Opportunita’ della Regione Campania, Rosa Russo. ‘Avevano chiesto delle liste bloccate all’interno delle quali alternare un uomo e una donna. Per tutta risposta ci viene recapitato - rileva Rosa Russo - il progetto di cancellare anche il cosiddetto listino, l’unico strumento che le donne della Campania hanno a disposizione per poter partecipare da attori alla vita politica della Regione’. ‘Dal governatore della Campania e dalla presidente del consiglio regionale ci aspettiamo un atto di civilta’, teso a evitare la cancellazione di uno strumento che fino a oggi e’ stato sinonimo di democrazia e di pari opportunita’, in un contesto politico e istituzionale dove - conclude - predominante e’ stato il pregiudizio dei partiti nei confronti delle donne’.

sabato 7 febbraio 2009

Carfagna: "Ripartire dalla famiglia con un piano per la conciliazione"

"Il metro di giudizio per valutare quanto veramente ogni Paese può essere competitivo risiede anche nel 'quanto' è posto in essere per la famiglia. Ed è oggi il tema e al tempo stesso la sfida comune che affrontiamo: le politiche di sostegno per la famiglia, che non possono prescindere dall'apporto fondamentale, in tempo ed energie, che la donna dà al nucleo familiare. In questo frangente storico, frastornato dalla crisi economica e dal mutamento di delicati scenari politici, è nella famiglia che gli Stati devono misurarsi e concentrarsi. E' dal ruolo dato alle donne, dalla possibilità di pronunciare il 'doppio sì', agli affetti e al lavoro, che dobbiamo ripartire. E la parola chiave per ripartire è: conciliazione. Sappiamo ormai tutti che nei Paesi in cui lo Stato è accanto alle donne, ponendo in essere i mezzi per incrementare l'occupazione femminile, si riscontra la vera chiave del successo nell'era della globalizzazione". E' quanto ha dichiarato il Ministro per
le Pari Opportunità, Mara Carfagna, nel corso del suo intervento alla conferenza europea "Parental childcare and employment policy" che si svolge a Praga, oggi e domani, presso il Centro Congressi della capitale della Repubblica Ceca, presidente di turno dell’Unione Europea. "Relativamente al mio Paese, - ha detto il ministro Carfagna - si intende operare nel prossimo triennio ponendo in campo misure rivolte ad elevare di almeno 5 punti il tasso di occupazione femminile, promuovendo non solo politiche del lavoro in grado di favorire tale sviluppo, ma anche strategie di welfare funzionali ad allargare la base occupazionale, con riguardo alla manodopera femminile, e a garantire alle donne un efficace 'regime' di conciliazione tra la possibilità di sviluppare i propri talenti professionali e il libero svolgimento dell'attività materna (nonché di sostegno e di cura)". Il Ministro ha poi spiegato che "va quindi capovolta l'ottica del sistema: i meccanismi di aiuto alla famiglia che le politiche di governo possono dare, non devono essere viste come misure assistenziali, ma misure di forte sostegno all'economia nazionale e nternazionale. Ed è su questa linea che ho chiesto, come Ministro per le Pari Opportunità, e ottenuto, di inserire nel Programma Nazionale di riforma 2008-2010 sulla rinnovata strategia di Lisbona un piano organico di semplificazione e deregolazione del lavoro che, senza abbassare il livello di tutela del lavoratore e della lavoratrice, è rivolto a liberare sia l'impresa, sia il prestatore d'opera da adempimenti burocratici e formali, facilitando l'occupazione, riducendone i costi indiretti, offrendo un pacchetto di misure in grado di favorire una maggiore flessibilità degli orari e dei tempi di lavoro, partendo dallo sviluppo del part-time, secondo gli standard europei; potenziando i servizi alla persona, con inoltre programmi di riprofessionalizzazione delle donne che rientrano nel mercato del lavoro dopo anni di assenza per essersi dedicate alla cura della famiglia". "E' allo studio del Ministero; ha concluso il ministro Carfagna - la possibilità di realizzare un Fondo Nazionale per la conciliazione in via sperimentale, per la realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale per favorire la promozione del diritto ad una vita che armonizzi lavoro e famiglia. Il nostro è un impegno comune. L'idea che l'Unione europea si
esprima con un'unica voce in merito alle questioni attinenti all'occupazione femminile deve essere ripresa e fortemente difesa da tutti i popoli che percepiscono l'importanza fondamentale del ruolo della donna, come simbolo di progresso e civiltà. Su questa linea, auspico per tutti una buona continuazione del percorso iniziato insieme, affinché si possa realmente arrivare a vincere insieme le sfide del domani".
5 febbraio 2009
http://www.maracarfagna.net

giovedì 5 febbraio 2009

I ASSEMBLEA REGIONALE “AZZURRO DONNA” - 2009

Si è tenuta nel pomeriggio di lunedì, a Napoli presso il coordinamento regionale, la prima assemblea regionale di Azzurro Donna dell’anno 2009.
Le numerose dirigenti, provenienti da tutta la regione, da Clorinda Boccia Burattino sono state spronate a continuare la propria attività politica, in ragione degli splendidi risultati ottenuti sul territorio campano fino ad oggi e soprattutto delle indicazioni ricevute dal Ministro Carfagna.
Le donne di Forza Italia sono sempre più partecipative e desiderose di portare il proprio contributo alla società: è un orgoglio rappresentare un partito che le gratifica affidando loro degli incarichi.
Non sono semplicemente delle “elettrici”, ma donne che mettono al servizio del partito le proprie capacità.
Donne esemplari, come Rosa Russo Gargiulo, alla quale è stata conferita una Medaglia d’Oro alla Carriera, dal Comune di Piano di Sorrento, lo scorso 13 gennaio, nell’ambito della Manifestazione per i Festeggiamenti della ricorrenza del Bicentenario del Comune e al nuovo status di “Città” conferito dal Presidente della Repubblica con decreto firmato il 16 ottobre scorso.
Nel manifestare la sua gratificazione Rosa non si sarebbe mai aspettata di ricevere un tale riconoscimento “in vita”. L’unica donna che è stata presidente della provincia di Napoli (dal 1993 al 1995), in duecento anni di storia, merita questo e ancora altre gratificazioni!
Portando i saluti della Dirigente Azzurro Donna di Capaccio, Giuseppina Andreioli, e della dirigente di Agropoli, Antonella Franco, sono stata felice di rappresentare le donne cilentane in un contesto così ricco di esempi positivi.

ANNA KATIA DI SESSA
Resp. Azzurro Donna Alto e Basso Cilento

mercoledì 4 febbraio 2009

Berlusconi: errore scarcerare chi stupra

ROMA— Sbagliato scarcerare gli stupratori. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a Studio Aperto, parla di «errore» commesso dai gip di Roma e di Tivoli per le brutali aggressioni della notte di Capodanno alla Fiera di Roma e di Guidonia ad una coppia di fidanzati. «È da considerarsi un errore», ha detto il premier, mettere agli arresti domiciliari gli autori di Il Pdl romano ha lanciato una petizione per l’esclusione delle attenuanti a chi agisce sotto l’effetto di alcol e droghe «un delitto imperdonabile e esecrabile come è la violenza sessuale». «Nessuno può restare insensibile al grido di dolore dei genitori dei due giovani e credo che nella coscienza di tutti siano da considerarsi degli errori le decisioni dei gip di Roma e di Tivoli».
«Occorrerebbe invece — ha concluso Berlusconi— che davvero i giudici applicassero le leggi e che quindi tutti i cittadini sentissero che la pena è una certezza e non qualcosa che in certi casi può essere obliterata»
Pena certa e stupratori come i mafiosi. Per evitare che chi violenta una donna finisca in poche ore agli arresti domiciliari, quattro donne parlamentari del Pd, Marinella Samperi, Cinzia Capano, Anna Rossomando e la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, hanno proposto un emendamento al testo contro la violenza sessuale in discussione a Montecitorio con il quale si equiparano i violentatori ai mafiosi. Perché equiparare gli stupratori ai mafiosi? «Perché, come è noto, in quel caso l’applicazione degli arresti domiciliari deve essere valutata solo in via eccezionale».
Anche il Pdl, comunque, vuole evitare le scarcerazioni facili per gli stupratori. E l’esclusione delle attenuanti per chi agisce sotto l’effetto di alcol e di droghe. Il Pdl romano ha lanciato una petizione popolare per questo (da oggi saranno aperti numerosi gazebo in città) mentre la deputata del Pdl e responsabile delle Pari Opportunità di An, Barbara Saltamartini, ha presentato una proposta di legge che modificando il codice di procedura penale, introduce l’obbligo della custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e violenza di gruppo. Ieri il ministro Mara Carfagna aveva giurato: «Mai più arresti domiciliari», annunciando un emendamento al decreto legge sulla sicurezza in esame al Senato «per escludere i benefici premiali per coloro che si macchiano di reati tanto gravi».

"Corriere della Sera" 04.02.2009

martedì 3 febbraio 2009

Numero verde contro le violenze alle donne

Ogni mese vengono segnalati 70 casi di richieste di aiuto. L'amministrazione comunale penserà anche all'assistenza legale

Un numero verde per chiedere aiuto. E poi l’offerta di assistenza legale, supporto psicologico, sostegno civile. E’ il pacchetto di misure varato dal Comune contro la violenza sulle donne, che prevede l’attivazione da lunedì di un numero di telefono gratuito nella sede della società mista Salerno Solidale e la disponibilità di una vigilessa, ventiquattro ore su ventiquattro, al centralino della polizia municipale. Le donne potranno rivolgersi ai due recapiti per denunciare, o anche solo segnalare, ogni genere di maltrattamenti, violenze e minacce. Il numero di Salerno Solidale (800.566.678) sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.Risponderà sempre una operatrice, e una donna sarà anche al centralino della polizia municipale, ai numeri 089.663111 e 089.753822.L’iniziativa sarà pubblicizzata con l’affissione di manifesti in tutta la città . «Ogni donna, per qualunque problema, in qualunque momento, non esiti a chiedere aiuto» esorta il sindaco Vincenzo De Luca. E aggiunge: «Si ripetono nel nostro Paese episodi di violenza contro le donne. Occorre un impegno straordinario per sconfiggere questa nuova barbarie e garantire rispetto e serenità per le nostre ragazze».Una vicinanza che si concretizzerà anche in forme di collaborazione con associazioni e volontariato.In città è già attiva la linea rosa di Spazio Donna.Al numero 089.254242, in funzione dalle 17 alle 20.30, arrivano ogni mese dalle cento alle centoventi segnalazioni da tutta la provincia.Il dieci per cento sono stupri, violenze sessuali che nella grande maggioranza dei casi le vittime continuano a subire in silenzio.«Si fa fatica a convincerle a denunciare - spiega la responsabile Pina Mossuto - Hanno paura delle ritorsioni ma anche di una trafila giudiziaria che fa rivivere l’incubo per anni». Come nel caso di una ragazza dell’Est, arrivata in Italia a due anni per essere adottata da una famiglia salernitana.A sette sono iniziate le violenze sessuali del patrigno, confessate alla madre senza che lei le credesse, finché una maestra non ha colto il disagio e ha fatto emergere il dramma. Ora ha ventun’anni, sta tentando di costruirsi una vita alternando allo studio le sedute dallo psicologo, mentre il processo è ancora in corso. «Pure le percosse sono denunciate troppo poco, la responsabilità è anche delle forze dell’ordine.In tante ci raccontano che, davanti alle botte, polizia e carabinieri cercano spesso di soprassedere, dicono "vabbè, è suo marito", e la vittima finisce per ritrarsi».Eppure la famiglia continua ad essere, anche a Salerno, il primo luogo di violenza, seguito dal posto di lavoro. «Con il numero verde il Comune potrà rendersi conto della realtà - conclude Pina Mossuto - Spero ci aiuti».

(31 gennaio 2009) di Clemy De Maio "La Città di Salerno"

lunedì 2 febbraio 2009

Qualcuno crede ancora che la violenza sulle donne sia una questione di sicurezza?

In questi giorni una odiosa campagna pubblicitaria troneggia sui muri di alcune città. Il manifesto mostra due poliziotti che con violenza ed evidente sadismo perquisiscono due donne in abiti succinti che sembra confermare i peggiori stereotipi sessisiti.
La campagna pubblicitaria che in questi giorni, anche sui muri della città di Napoli, reclamizza la collezione primavera/estate del gruppo Relish srl, veicola in modo esplicito un messaggio contrastante il lavoro svolto da associazioni, centri antiviolenza e organismi istituzionali di parità per la lotta alla dilagante violenza sulle donne, oltre a contravvenire ad importanti norme stabilite dal codice dell’Istituto per l’Autodisciplina in Pubblicità agli articoli 9, 10 e 12. Elemento di ulteriore gravità è costituito dalla certa conoscenza, da parte dei responsabili, della dimensione e delle conseguenze sulle donne dei crimini cui alludono, e che esaltano, nel manifesto testimonial della collezione di moda.
Il manifesto esprime compiacenza al più odioso dei crimini, che causa invalidità e danni permanenti oltre, non di rado, a preludere la morte.
Oltre al movimento antiviolenza, anche le istituzioni invitano le vittime a rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine per essere accompagnate nel percorso di riscatto dalle violenze: il pubblicitario ha scelto di identificare i violenti proprio in due poliziotti, inducendo il messaggio occulto di una sfiducia nei tutori dell’ordine, e ponendosi in controtendenza all’interesse concreto delle vittime.
La suggestione legata ai personaggi del manifesto è inoltre in linea con la presentazione di uno stereotipo di donne vittime perché provocatrici in abiti succinti, e con l’idea che l’appartenenza alle forze dell’ordine possa legittimare anche l’esercizio dell’abuso.
In questi anni le donne hanno compiuto un lavoro intenso per contrastare culturalmente e coi fatti questi stereotipi e i danni causati da questi alla qualità della convivenza: sono quindi danneggiate non solo come vittime, ma anche come soggetti di cittadinanza.

Da www.womenews.net 31/01/2009

domenica 1 febbraio 2009

Vivere a Guidonia

Abbiamo chiesto ad una giovane mamma che abita a Guidonia di raccontare la situazione che vive in questi momenti di tensione, ecco il suo racconto :

"da parecchi giorni la sera è tutto molto silenzioso quasi in modo innaturale; da queste parti la presenza degli immigrati è molto forte come potrai immaginare, ce ne sono praticamente ovunque, e quelli che si vedono in giro sono sfaccendati. Gli altri, quelli che hanno deciso di integrarsi con convinzione li ritrovi a LAVORARE, fanno di tutto, sono disponibili e molto laboriosi.Quindi solitamente non li vedi a zonzo perchè fanno una vita come la nostra, piena di sacrifici e molto più dura.Ora da qualche giorno sono spariti dalla circolazione anche quelli che non fanno niente: le ritorsioni fanno paura. Sul fronte della sicurezza, o meglio, dell'insicurezza che si avverte, qui è molto forte e si sente anche a Roma nei quartieri vicino alla periferia (per esempio Prati Fiscali/Conca d'Oro), l'altro giorno una mamma di un bambino che va a scuola con mio figlio mi ha detto che se esce la sera all'imbrunire non va mai in giro sola e non è l'unica a pensarla così.Negli ultimi tempi qui è cambiato molto il clima è quest'ultimo episodio ha inasprito molto la situazione, creato e fatto emergere disagi preesistenti. A Guidonia centro, molto vicino a dove è avvenuto lo stupro, è stata rafforzata la presenza dei carabinieri, non so nelle zone più estese di questo comune che è molto grande."