Nel decreto anche ronde, video ed ergastolo lo per chi uccide
L’appuntamento è fissato per venerdì 20 febbraio. Quando il Consiglio dei Ministri dovrebbe dare l’ok al decreto legge “anti-stupri”. Oggi le ultime rifiniture, con un nuovo tavolo tecnico, ma il testo elaborato dal ministero degli Interni e della giustizia è praticamente pronto, rimpolpato, grazie al lavoro del ministero delle Pari Opportunità di Mara Carfagna, dai dispositivi sul reato di stalking (atti persecutori emolestie insistenti) e sulla violenza sessuale.
Ma andiamo con ordine. Le ronde innanzitutto. Rientrano, infatti, le regole, anche se attutite, volute dalla Lega. «I sindaci possono avvalersi» delle manifestazioni organizzate «da associazioni di cittadini non armati previa comunicazione al prefetto. Ronde, dunque, ma registrate e autorizzate.
Poi la videosorveglianza. I primi cittadini, in pratica, potranno applicare sistemi video nelle zone a rischio con maggiore libertà rispetto al passato.
Infine, uno dei pochi punti ancora in sospeso. Sulla proroga del trattenimento dei clandestini nei centri di raccolta, infatti, si sta ancora discutendo sul lasso temporale: trenta o sessanta giorni.
Tante le novità anche se si va più nello specifico sul reato di violenza sessuale. Raddoppia, per esempio, da 12 a 24 anni la prescrizione per il reato di violenza sessuale, ma soprattutto viene introdotto l’ergastolo nel caso di omicidio commesso in concomitanza della violenza. Quindi la pena che aumenta e passa da un minimo di 6 a un massimo di 12 anni (oggi punita con la reclusione da cinque a dieci anni). Mentre viene completamente ridisegnata la violenza di gruppo. Basta la partecipazione al branco, anche senza commettere la violenza per essere puniti come lo stesso violentatore.
In poche parole, si eliminano le diminuzioni di pena per i partecipanti che abbiano avuto un ruolo di secndaria importanza. Il cosiddetto “palo” per esempio, quello che si apposta e controlla la zona iene considerato alla stregua di chi commette il reato. Basta, poi, con i domiciliari per gli imputati, arriva la custodia cautelare in carcere obbligatoria. E via libera alla nuova figura di reato delle molestie sessuali. Per chi commetta molestie o atti a contenuto esplicitamente sessuale è prevista la reclusione da un minimo di sei mesi a un massimo di tre anni.
L’ultima, invece, riguarda l’introduzione del reato di stalking anche nell’ordinamento italiano. La Camera aveva già approvato il disegno di legge contro gli atti persecutori e le molestie insistenti, punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Ora l’iter subisce una brusca accelerata e la normativa si arricchisce del cosiddetto principio dell’ammonimento, con il perseguitato che può chiedere al magistrato una sorta di “cartellino giallo” contro il molestatore.
Libero 19.02.2009
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