lunedì 24 gennaio 2011

LA DIETA MEDITERRANEA ALIMENTA LA SPERANZA

Scritto da Carmine Palumbo
Domenica 26 Dicembre 2010 23:34

Il riconoscimento de “La dieta mediterranea” come patrimonio immateriale dell’Unesco è l’ultima occasione di tante occasioni che i tempi moderni hanno riservato al nostro territorio: “Parco nazionale”, “Patrimonio Unesco per Paestum Velia, Certosa di Padula”, Patrimonio Unesco per il paesaggio Cilentano”, “Riserva di Biodiversità”, “le riserve marine di Santa Maria e Camerota”, “Global Geoparks Network”, “la Borsa del Mediterranea del Turismo Archeologico”, “Exposcuola”.

Fa bene Amilcare Troiano, il presidente del parco Nazionale del Cilento e Diano, a ricordarlo in ogni occasione. Tante opportunità, poca convinzione nel coglierne a pieno le valenze e la “portanza” nel settore del turismo. Senza scomodare i massimi sistemi, si è sempre avuta l’impressione che gli elementi citati fossero posti ai margini della politiche del e per il territorio. Basti pensare a come sono stati impiegate risorse impegnate dalla regione Campania proprio sui grandi attrattori, per rendersi conto che la “teoria” pronosticava della cose, nella realtà ne sono state realizzate altre ad uso e consumo degli interessi di bassa “cucina” politica locale. Infatti, le sostanziose risorse poste sui capitoli di bilancio per valorizzare e rendere motori di sviluppo il patrimonio archeologico e naturalistico del Cilento e Vallo di Diano poco hanno prodotto nel senso desiderato. L’opportunità che ci viene data con l’aggiunta di quest’ultimo “gioiello” al palmares del nostro territorio, è un’ulteriore occasione per recuperare anche tutto quello che abbiamo dimenticato nella “cantina” della nostra memoria civica. Approfittare della “popolarità” che il tema suscita nell’immaginario collettivo è un imperativo che non possiamo eludere come già è avvenuto nelle passate occasioni. “L’Alimentazione Mediterranea” va a braccetto con uno dei pochi settori turistici in grande fermento: “l’enogastronomico”. Questo ci pone in condizioni di vantaggio nei confronti di altre e più blasonate mete italiane ed estere. Dobbiamo imparare a trarne vantaggio conducendo gli operatori del settore sulla strada maestra del portare in tavola le nostre tipicità e, allo stesso tempo, provare a condizionare le scelte di promozione che gli enti proposti hanno in calendario per il prossimo futuro.Regione, Provincia, Camera di Commercio e Parco del Cilento e Diano devono “imparare” a cooperare per evitare dannose, dispendiose e, a volte, “ridicole” sovrapposizioni. Ogni “soldo” che verrà speso per farci conoscere, deve essere monitorato per capire se ottiene ritorni in termini di presenze nella nostra provincia. Anche gli operatori turistici e i produttori agricoli dovranno imparare a “collaborare”, prima fra loro, e poi con gli enti stessi per arrivare ad una comunicazione integrata: la sola che è anche efficace. Dal 1° dicembre si vola da Salerno verso il”mondo” con la compagnia di bandiera: cominciamo a far salire a bordo, insieme ai passeggeri anche i “prodotti” tipici dell’alimentazione cilentana”…Sprecare anche l’ennesima occasione per avviare la costruzione di un sistema territoriale che si riconosce in una meta turistica di alta capacità attrattiva sarebbe deleterio, se non autolesionista.

Bartolo Scandizzo

Nessun commento:

Posta un commento