
Le piante di fico da millenni hanno caratterizzato il paesaggio campano ed in particolare del Cilento. La loro introduzione è da attribuire ai coloni greci che in queste aree avevano fondato diverse città. Autori dell’epoca romana e altri a seguire fino ai giorni nostri hanno decantato le caratteristiche dei prodotti agricoli del Cilento tra i quali i fichi essiccati. L’attività di essiccazione dei fichi nel Cilento si è avvalsa, da secoli della stessa manodopera agricola impiegata nelle operazioni colturali e nella raccolta dei frutti dalla pianta. Si tratta di un processo produttivo elementare, una consuetudine che lega fortemente l’uomo alla zona e alle tradizioni tipiche locali. Già Catone, e poi Varrone, raccontavano che i fichi essiccati erano comunemente utilizzati nel Cilento e nella Lucania come base alimentare della manodopera impiegata nei lavori dei campi. E’ facile capire come questa convivenza millenaria abbia condizionato fortemente la cultura locale, cosa che traspare dalla constatazione del ruolo principe svolto dalla pianta e dai frutti del fico, nelle espressioni idiomatiche, nelle storie, nelle fiabe ed in tutto ciò che è espressione dell’immaginario umano. La DOP Fico Bianco del Cilento identifica, quindi, un prodotto complesso, frutto dell’interazione con l’opera dell’uomo che tramandata nel corso dei millenni, è assurta alla dignità di tradizione. Deve essere, pertanto, garantita l’origine certa del prodotto e la tracciabilità delle fasi del processo produttivo, mediante l’iscrizione in appositi elenchi dei produttori e delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione,gestiti dall’organismo di controllo di cui al successivo art. 7. Lo stesso organismo,autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, verificherà che il prodotto tutelato dalla D.O.P risponda alle prescrizioni del disciplinare.
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